Passo davanti
alla birreria. Tarda mattinata, già i primi aperitivisti si affacciano nel
locale. Già aleggiano dibattiti su juve-inter, inutili quanto divertenti, o
discussioni su chi sia il miglior bassista dell’era grunge, tra una IPA e l’altra.
Che faccio, entro? Qui si decide l’intero weekend. Birrazza adesso vorrebbe
dire niente corsa, forse stasera, ma non so. Domani figurati, c’è pure il Gran
Premio.
Passo davanti,
saluto, guardo dentro, non vedo conoscenti che potrebbero irretirmi, tiro
dritto. Devo correre.
Ecco, l’eroismo era
quello lì.
Le mie componenti
commentano.
La panza: - meno
male dai, che qui si sta già un po' stretti.
La coscienza: -
ma che cazzo di eroe saresti? Eri lì dentro dodici ore fa.
E allora si va.
Corsa lunga, propiziata da un sole non ancora troppo caldo. Pattuglie dei primi
insetti mi scortano per lunghi tratti. Stranamente non ne mangio nessuno. Lungo
i fossi, bestiole allarmate dal mio arrivo si gettano in acqua. Sono senza
occhiali quindi è solo dalla grandezza dello “splof!” che capisco se si tratta
di anatra, batrace, o milò.
Poi vedo una
Honda XRD ibrida di traverso sulla riva di un fosso, color grigio topo. Strano
però. Mi avvicino, il colore è cangiante. Non ha targa. Arrivo ancora più
vicino. E’ coperta di pelo. Ah ok, era solo una nutria. Poi dicono che l’acqua
dei fossi è inquinata.
Terdoppio
spumeggiante vicino alla cascatella della chiusa. Schiuma vera, di acqua e
aria, senza tensioattivi, meno male. La natura è benevola oggi, nei confronti
del runner bolso ma determinato.
Si rientra stanchi
ma orgogliosi della strada fatta. Ah, già, e la gratitudine? Essa, anzi, la
mancanza della stessa, si rivela nella successiva riunione fatta con le varie
parti del corpo:
cominciano le
anche, che negli anni si sono sindacalizzate, specie quella di destra: - si
vabbè ma guarda che non c’è scritto da nessuna parte che io debba fare tutta
quella strada di corsa.
I piedi: - ma tu
sei scemo, ma sai quanti sassi hai preso? Ma ci vedi?
Muscoli delle
gambe: - adesso però per salire le scale ci pensano le braccia ok?
Il collo: - qui
tutto bene, basta non girarsi né a destra né a sinistra né in alto né in basso.
Ma ragazzi, io l’ho
fatto per voi!
Il cuore, sempre
serio: - le faccio presente che io ho una garanzia chilometrica, qui secondo me
abbiamo accorciato la durata temporale.
Il gomito sinistro:
- vabbè, almeno stavolta non mi sei caduto sopra!
L’ernia del
disco: - a posto dai, poi ti spiego bene quando ti siedi in macchina.
E il cervello? –
ah, che figata la doccia. And now? Where is my alcohol?
Il mio corpo non
mi merita.