Let’s continue the discourse on what kind of energy can power our ecosystem, in the present and future.
Forget about clean energy.
I guess we should start from a bold statement, avoid any
form of delusion and look forward to change the present situation and direction.
Clean energy is not a thing. It is not possible to create
energy without any side effects or byproducts of the energy generation process,
be it CO2 burned, environmental impact or utilization of biological or mineral
resources.
Different levels of pollution and of devastation of natural
resources, those are a thing. I believe we should look at those figures with a cold
stare, to understand what is best (or less bad) for us, our jobs, our children,
the biosphere.
When humans started burning coal and oil, it was not really
a big problem. These fuels enabled an exponential growth in terms of energy
availability, in exchange for some smoke and dirt here and there. Of course,
the problem came with scale when everyone started doing that. That was not even
the first time it occurred: even horse-powered carts in London had become a
problem due to the amount of animals’ droppings, eventually, in the world’s
busiest city. So I will propose here just some data that need to be taken into
account when thinking of energy solutions, their effectivity at solving the
problem of living on this planet, and the issues they can cause or are already
causing down the line.
We start with an easy one: CO2 emissions.
Are these data disputed? In part they are. Some claim that
the life-cycle emissions of a hydroelectric plant are significantly higher, due
to the missing CO2 sequestration by the vegetation obliterated by the water
reservoir. Others object “hidden” CO2 emissions in the construction and dismantling
of a nuclear plant. I posted here the figures that enjoy the highest consensus
(let’s keep in mind that the IPCC is not some fringe group dedicated to
overthrow the system: these are the scientists appointed by the government of
most countries in the world, trying to find results that balance scientific
emerging truth and government pressures pulling whichever way).
So, if we look at greenhouse gas emission, the picture is clear
and it helps drawing a line separating renewable and non-renewable energy,
largely based on either burning or not burning things.
It is however best to keep in mind other parameters
contributing to the impact that energy sources have on the planet. So, I will
add two more charts here, I do not have the ambition of painting a full
picture, but at least to draw a couple more lines on the playground.
We already knew that trying to develop our renewable power
production utilizing hydro power was going to be a problem. Here we can
visualize how much more surface we may need to sacrifice to replace each
Megawatt now supplied by gas or coal plants.
Desert areas may be the more practical spots for solar
plants, in turn. Assuming that “desert” means “dead” or “useless”, which is
very much not the case.
Therefore, please go ahead, but make sure that environmental
impact calculations are as accurate and fastidious as they are for a coal
plant.
Finally, a look to the resources used and the toxicity
caused by each energy source:
This chart comes from a 2013 study by the National Academy
of Sciences of the USA, validated by peer reviewers at Harvard University.
Some of the indications regarding pollution and the usage of
natural resources are expected, others are not. The thirst for steel and
concrete of the wind power industry is significant.
In a similar chart the study shows how high is the
consumption of aluminum and copper in solar PV electricity generation. Anyone
who has been to a bauxite open mine knows what that means.
And then there is the problem of Lithium. Not the Nirvana
song, the chemical element. Modern battery technology depends on it. It is already
carving through salt lakes in Bolivia, using up water and polluting streams.
Any increase of battery power, not only for vehicles but for the much needed
storage capacity that will smoothen the intermittent nature of renewable power
sources, will have a massive impact, which I don’t document here with charts
because I am still working on it. Let alone cobalt, mined almost entirely in
the RDC. Social issues there add up to the damage or primary forest. I
personally do not think lithium batteries are the answer to our future storage
needs (sorry, Elon).
Ultimately, we are still going to plunder the earth one way
or another, to maintain our present and growing energy demand. We have now
collectively realized that, if we want to keep breathing, we will need to phase
out fossil fuels, but now we still need to find the technology solutions that
enable to utilize alternative solutions without causing equal damage some other
how.
And will new technologies be enough? Not quite,
I say.
Traduzione:
Continuiamo il
discorso sul tipo di energia che può alimentare il nostro ecosistema, oggi e
nel futuro.
Lasciamo perdere
l’energia pulita.
Meglio essere
chiari fin dall’inizio, evitando illusioni e guardiamo avanti, se lo scopo è di
cambiare la presente situazione e la direzione in cui stiamo andando.
L’energia pulita
non esiste. Non è possibile creare energia senza effetti collaterali o sottoprodotti
del processo di generazione dell’energia, siano essi emissioni di CO2, impatti
ambientali o utilizzo di risorse biologiche o minerali.
Esistono diversi
livelli di inquinamento e di devastazione delle risorse naturali. Credo si
debba guardare a questi dati in maniera razionale e fredda, per capire che cosa
sia meglio (o meno peggio) per noi, per l’occupazione, per i nostri figli e per
la biosfera.
Quando gli umani
hanno iniziato a bruciare carbone e petrolio, non era in realtà un grosso
problema. Questi combustibili hanno permesso una crescita esponenziale in
termini di energia a disposizione, in cambio di un po’ di fumo e fuliggine qui
e là. Naturalmente il problema arrivò con l’aumentare della scala a cui tutti
hanno iniziato a bruciare combustibile. E non era nemmeno la prima volta che il
problema dell’inquinamento si presentava: anche le carrozze a cavalli a Londra
erano diventate un problema dato la quantità di deiezioni equine che a un certo
punto ingombravano quella che era la città più trafficata del mondo. Quindi ciò
che farò qui è proporre una serie di dati che vanno tenuti in considerazione,
quando si pianificano soluzioni energetiche e se ne valuta l’efficacia nel
risolvere il problema di abitare questo pianeta e i problemi che possono sorgere
in futuro e quelli che sono già qui.
Partiamo con una
cosa facile: le emissioni di CO2.
I dati del
congresso dell’IPCC mostrano una immagine molto chiara: teniamo a mente che
l’IPCC ha calcolato le emissioni dell’intero ciclo delle varie centrali energetiche,
e che quelli plottati qui sono valori mediani, dato che le condizioni e la
scala di queste emissioni variano in maniera significativa:
[prima immagine]
Questi dati
vengono messi in dubbio? Solo in parte. Alcuni dicono che le emissioni di una
centrale idroelettrica sono molto più alti, dato che il lago idroelettrico
impedisce alla vegetazione allagata di fissare il carbonio dalla CO2. Altri
obiettano che ci siano costi in termini di CO2 “nascosti” nella costruzione e
smantellamento di un impianto nucleare. Ho quindi scelto le cifre che hanno il
maggiore consenso (ricordiamo che l’IPCC non è un gruppo di ambientalisti
estremisti decisi a rovesciare l’ordine costituito: questo sono scienziati
nominati dai governi dei paesi del mondo, che cercano di mettere insieme le
verità scientifiche emergenti con le pressioni politiche che tirano da tutte le
parti).
Quindi, se
guardiamo le emissioni dei gas serra, la situazione è chiara, ed è netta la
separazione tra energie rinnovabili e non-rinnovabili, che in larga parte
dipende dal fatto che si bruci qualche cosa o no.
Bisogna tuttavia
temere a mente anche altri parametri che contribuiscono all’impatto che le
varie fonti di energia hanno sul pianeta. Quindi aggiungerò altre due immagini
qui, senza avere l’ambizione di tracciare un quadro completo, ma quantomeno per
delimitare le linee del campo di gioco.
Intanto, quanto
spazio serve? Su un pianeta affollato, lo spazio ha un valore. L’uomo non ha
ancora capito come fare a lasciare abbastanza spazio anche alle altre specie in
modo da riuscire a vivere tutti. Nel frattempo, stiamo cercando di sostituire
gli impianti di produzione energetica a gas, che sono relativamente compatti.
Con altre fonti, che intrinsecamente hanno bisogno di più spazio. Ecco una
rappresentazione grafica che ho tentato, sulla base delle cifre pubblicate su
uno studio di tre anni fa.
[seconda immagine]
Sapevamo già che
cercare di sviluppare la nostra produzione energetica rinnovabile puntando
all’idroelettrico sarebbe stato problematico. Qui possiamo visualizzare anche
quanta superficie in più dovremo sacrificare per rimpiazzare ogni Megawatt che
oggi otteniamo da gas e carbone.
Le aree di
deserto, evidentemente, saranno quelle più pratiche per l’installazione di impianti
solari. Ma attenti a non presumere che “deserto” significhi “vuoto” o
“inutile”, dato che non è certo questo il caso.
Quindi, per
favore, Andiamo pure avanti, ma assicuriamoci che i calcoli dell’impatto
ambientale delle fonti rinnovabili siano altrettanto accurati di quelli fatti
per le centrali a carbone.
Infine, diamo
un’occhiata alle risorse utilizzate e alla tossicità legata alle varie sorgenti
energetiche.
[terza immagine]
Questo grafico è
preso da uno studio del 2013 fatto dall’Accademina Nazionale delle Scienze degli
Stati Uniti, poi convalidato dall’Università di Harvard.
Alcuni degli
indicatori dell’inquinamento e dell’uso di risorse naturali delle varie fonti
energatiche risultano ovvii. Altri non lo sono. La sete di acciaio e cemento
dell’industrioa eolica per esempio è molto significativa.
In un altro
grafico simile lo studio mostra quanto alto sia il consumo di alluminio e rame nella
generazione di energia dal fotovoltaico. Chiunque sia stato in una miniera a
cielo aperto di bauxite sa cosa significhi.
E poi c’è il problem
del litio. Lithium, in inglese, come la canzone dei Nirvana. L’attuale
tecnologia delle batterie dipende dal litio. Si stanno già scavando miniere nei
laghi salati della Bolivia, sfruttando risorse idriche e inquinando i corsi d’acqua.
Un aumento dell’uso delle batterie, non solo per veicoli elettrici, ma anche
per lo storage necessario a compensare la natura intermittente delle sorgenti
rinnovabili, avrà un impatto molto forte, che non posso documentare qui perché lo
stanno ancora studiando. E poi non dimentichiamo il cobalto, quasi interamente
estratto nella Repubblica Democratica del Congo. Crisi sociali in quel paese si
aggiungono al danno fatto alla foresta primaria. Personalmente non credo che le
batterie al litio siano il futuro per quanto riguarda la nostra necessità di
stoccare energia (sorry, Elon Musk).
Alla fine, siamo
sempre impegnati a sfruttare la terra, in un modo o nell’altro, per soddisfare
il nostro sempre crescente bisogno di energia. Ora, abbiamo tutti capito che,
se vogliamo continuare a respirare, dovremo progressivamente dismettree i
combustibili fossili. Ma dobiamo ancora trovare le soluzioni tecnologiche che
permettano di usare fonti alternative senza causare danni di tipo diverso, ma
di uguale entità.
Basterà trovare
nuove tecnologie? Non penso proprio.
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