Sono uno tra le centinaia di migliaia di persone bloccate in giro per l’Europa dalla nube di cenere vulcanica che ha spazzato gli aerei dal cielo. Invece delle mie solite 2 ore di volo, sto per imbarcarmi in un viaggio di due giorni in treno attraverso Romania, Ungheria, Austria, e poi si vedra’.
Bloccati in aeroporti, alberghi, stazioni, cogliamo l’estensione del mondo fisico intorno a noi, la superficie bidimensionale che chiamiamo geografia, che ci ricorda per un momento quanto siamo piccoli.
Ma la geografia è ancora poca cosa, e se aggiungiamo alle due dimensioni la profondità allora andiamo in 3D, che è la geologia. E qui la tecnica umana, non la scienza, si ferma. Alla geologia non possiamo fare niente. Possiamo modificare la storia e la geografia, ma la geologia è ineluttabile. Non potremo mai essere abbastanza potenti da fermare un vulcano, un terremoto, la deriva dei continenti. Al massimo potremo limitare i danni alle nostre povere cose, fino al giorno in cui la madre Terra non si incazzerà per davvero. E anche allora non sarà un dramma, non saremo certo la prima specie vivente a estinguersi su questo bellissimo sasso verde e azzurro.
Gionata
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aggiorno la situazione. Dopo 2057 km, 5 treni, 2 notti insonni, una gita a Vienna e 45 ore di viaggio, sono arrivato a casa. Alcuni miei compagni di avventure sono ancora persi perl'Europa. A loro dedico un piccolo brindisi.
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