Ci sono oggi nel parlamento italiano 7 deputati che hanno tradito la fiducia dei loro elettori.
Non c’è nessuna possibilitá che questi sette siano persone oneste. Non possiamo dimostrare che siano stati corrotti, ma la loro malafede è evidente dal loro comportamento al di lá di ogni ragionevole dubbio.
Questi sette hanno nomi e cognomi: Massimo Calearo, Bruno Cesario, Antonio Razzi, Domenico Scilipoti, Riccardo Villari, Aurelio Salvatore Misiti, Marco Beltrandi.
I primi sei, eletti con il Partito Democratico e l’Italia Dei Valori, si sono venduti alla maggioranza di Silvio Berlusconi e hanno permesso al suo governo di continuare. Cioè il contrario del motivo per cui erano stati eletti. Il settimo, con il suo voto decisivo, ha impedito che i referendum si svolgessero insieme alle elezioni amministrative, ottenendo esattamente quello che la maggioranza voleva: rendere più difficile il raggiungimento del quorum referendario.
Una volta c’era la gogna per gente cosí: i passanti gli lanciavano torsoli di insalata e gli sputavano addosso. Oggi siamo più civili, ma non si può lasciare impunita una tale sfacciataggine.
Non c’è bisogno di ricorrere ai giudizi dei tribunali. Legalmente è possibile che essi non abbiano commesso reato o, più probabilmente, che non sia dimostrabile che hanno ricevuto qualche cosa di non dovuto in cambio del tradimento. Ma il giudizio politico, quello lo possiamo dare. Chi tradisce la fiducia riposta viene messo da Dante nel profondo dell’inferno, perchè sono i peggiori. Antenora, Tolomea, Giudecca, le male Bolge in cui sono tormentati per l’eternitá.
Gli italiani, più urbanamente, dovrebbero semplicemente isolare questa gente. Togliergli il saluto, la parola. Nessuna intervista. Nessuna relazione, personale o professionale, con chi può tradire, non vittima di un momentaneo raptus, ma a seguito di un freddo calcolo. Non si fa credito a gente di tale risma, Non si fanno prestiti bancari, non si compra o vende niente. Si facciano bastare quello che gli ha dato Berlusconi. E possiamo stare tranquilli che nemmeno lui si fida di loro. Non li ricandiderá, non li toccherá neanche con un palo lungo tre metri. Addio, traditori.
Non c’è nessuna possibilitá che questi sette siano persone oneste. Non possiamo dimostrare che siano stati corrotti, ma la loro malafede è evidente dal loro comportamento al di lá di ogni ragionevole dubbio.
Questi sette hanno nomi e cognomi: Massimo Calearo, Bruno Cesario, Antonio Razzi, Domenico Scilipoti, Riccardo Villari, Aurelio Salvatore Misiti, Marco Beltrandi.
I primi sei, eletti con il Partito Democratico e l’Italia Dei Valori, si sono venduti alla maggioranza di Silvio Berlusconi e hanno permesso al suo governo di continuare. Cioè il contrario del motivo per cui erano stati eletti. Il settimo, con il suo voto decisivo, ha impedito che i referendum si svolgessero insieme alle elezioni amministrative, ottenendo esattamente quello che la maggioranza voleva: rendere più difficile il raggiungimento del quorum referendario.
Una volta c’era la gogna per gente cosí: i passanti gli lanciavano torsoli di insalata e gli sputavano addosso. Oggi siamo più civili, ma non si può lasciare impunita una tale sfacciataggine.
Non c’è bisogno di ricorrere ai giudizi dei tribunali. Legalmente è possibile che essi non abbiano commesso reato o, più probabilmente, che non sia dimostrabile che hanno ricevuto qualche cosa di non dovuto in cambio del tradimento. Ma il giudizio politico, quello lo possiamo dare. Chi tradisce la fiducia riposta viene messo da Dante nel profondo dell’inferno, perchè sono i peggiori. Antenora, Tolomea, Giudecca, le male Bolge in cui sono tormentati per l’eternitá.
Gli italiani, più urbanamente, dovrebbero semplicemente isolare questa gente. Togliergli il saluto, la parola. Nessuna intervista. Nessuna relazione, personale o professionale, con chi può tradire, non vittima di un momentaneo raptus, ma a seguito di un freddo calcolo. Non si fa credito a gente di tale risma, Non si fanno prestiti bancari, non si compra o vende niente. Si facciano bastare quello che gli ha dato Berlusconi. E possiamo stare tranquilli che nemmeno lui si fida di loro. Non li ricandiderá, non li toccherá neanche con un palo lungo tre metri. Addio, traditori.
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