Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

giovedì 11 febbraio 2016

Sauditi, petrolieri e energia rinnovabile


Un caro amico mi chiedeva l’altro giorno se i sauditi sono avanti dal punto di vista tecnologico. E si chiedeva anche se le compagnie petrolifere saranno in grado di riconvertirsi alle energie rinnovabili. Gli ho risposto cosí:
Ai sauditi piace giocare con le tecnologie.



Lo stesso califfo laureato a Harvard che sfreccia con l’ultimo modello di Ferrari su un’autostrada nel deserto, arriva nella sua casa iper-tecnologica e su richiesta del figlio che studia compra un bel ciclotrone per l’universitá che frequenta. Ma non ne compra uno a caso. Compra quello piú nuovo e piú potente. Gli scienziati del mondo lo scoprono, gli telefonano, e lui li paga cinque volte quello che prendono al CalTech per andare da lui a lavorare e insegnare. Per dire.



Quindi sí, hanno curiositá per la scienza, ma é una curiositá sterile. Sterile perché non ha ricadute sulla popolazione, che in Arabia Saudita ha condizioni di vita piuttosto modeste (se la cavano decisamente meglio negli altri paesi intorno, Kuwait, Qatar, eccetera). E poi sterile perché prescinde dalle donne. Qualche anno fa, dopo avere messo in piedi una struttura universitaria fantascientifica a Dammam (la King Fahd University), hanno chiesto a Bill Gates come fare per entrare tra i dieci paesi piú avanzati al mondo. E Bill, che ormai é cosí ricco che non gliene frega piú un tubo, guarda lo sceicco e gli dice. Non ce la potete fare. Fin quando terrete il 50% del vostro potenziale sotto chiave. Spento lo sceicco.
Riguardo ai petrolieri: In generale le grandi compagnie petrolifere hanno tutte dei programmi inerenti alle rinnovabili, ma io sospetto che abbiano per lo piú scopi di immagine e marketing (addirittura la BP ha fatto il rebranding: BP “Beyond Petroleum”, oltre il petrolio). Che é un peccato dato che questi sono gli unici, a mio modestissimo parere, ad avere le dimensioni e quindi il denaro per sviluppare programmi di energie alternative a una scala significativa. Nove delle dieci aziende piú grandi al mondo sono compagnie petrolifere, in fondo.

Non si convertiranno alle rinnovabili. I ricconi non si convertono, e quando vedono i soldi non capiscono piú niente. Impazziscono. Accumulano studi e conoscienze di “economia e finanza”, ci spiegano che l’economia sana é solo quella del mercato libero, poi arriva il governo cinese, estrude un paio di miliardi e gli vendono la Pirelli. Se la comprasse lo stato italiano, democraticamente eletto, sarebbe un illegale aiuto di stato. Il governo cinese invece é un cliente come un altro. 
Poi si fanno 5 anni di Bocconi, o Harvard per capire come funziona il sistema dei prestiti e dei finanziamenti, e poi si fanno tutti fregare da schemi piramidali del mercato immobiliare solo perché a Natale arriva il bonus per tutti arf! arf!  

Ma con i loro studi economici e finanziari in fondo restano dei somari. Nessuno gli ha spiegato il fondamento della fisica per cui “in natura non esistono pasti gratis”, famoso detto di Einstein. O forse lo sanno, ma sanno anche che poi alla fine il conto lo paga sempre qualcun’altro.

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