Veramente non avevo volontá di emigrare
avevo combattuto due guerre
e immaginavo i sacrifici
che avrei dovuto fare all’estero
La necessitá i bisogni della famiglia
mi spinsero in Germania
Alla mia etá era uno sforzo
prendere qualche parola tedesca
tutto mi era difficile
anche il lavoro
Dormivo in una baracca
priva di acqua di cesso
come disabitata
buona per animali
non so capire come ho resistito tanto
Ma volevo guadagnare
campare la famiglia da uomo
Si pensa sempre alla famiglia
e si resiste Quattro cinque mesi
Qualcuno piú fortunate che capita
tra brave persone tedesche
resiste di piú
un anno due anni
ma la maggior parte dei tedeschi
ci tratta come schiavi
ci offende forte
ci guarda con meraviglia
senza pietá
quando torniamo sporchi dal lavoro
Ma dovrebbero capire
che non siamo mal vestiti e sporchi
perché italiani
e se loro fossero nella nostra condizione
senza famiglia
lontani dalla patria
alloggiati in baracche ammuffite
piene di vento
e il mangiare da preparare
e la roba da lavare e rattoppare
e tutto per mandare a casa
qualche mille lire
anche loro sarebbero come noi
e invece sono cosí puliti
e ci rendono la vita dura
Stefano Vilardo, Tutti dicono Germania Germania, Sellerio 2007
Vilardo ha messo in poesia decine di testimonianze come questa, raccolte dai nostri connazionali emigrati qualche decina di anni fa.
Ricordiamocelo quando vediamo intorno a noi gente venuta da lontano per potere essere gli ultimi tra di noi. Ricordiamocelo quando qualche leghista seminatore di odio si vanta per aver fatto affogare in mezzo al mediterraneo qualche decina di poveracci.
Tota
sabato 16 gennaio 2010
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da vedere
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=gPEmvU3R_i0
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