Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata
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venerdì 2 aprile 2010

La Rabbia e l'Odio

La Rabbia e l’Odio.
Rabbia: “violenta irritazione, provocata da gravi contrarietá, e spesso esacerbata da un senso di impotenza”.
Odio: “sentimento di grande ostilitá per cui si desidera il male altrui”.
La Rabbia é un sentimento che si prova nei confronti dell’ingiustizia, del sopruso, di chi fa del male.
L’Odio é un veleno che istilla malvagitá e inimicizia nei confronti di chi é diverso da come vorremmo.
La Rabbia si placa quando l’ingiustizia viene corretta.
L’Odio non si placa, e cerca sempre nuovi oggetti da odiare, dopo che quello precedente é stato eliminato.
Esistono una Rabbia bestiale e una Rabbia dei giusti. Ma di Odio cen’é uno solo, e puzza di morte.
La Rabbia ha scardinato regimi, ha cacciato tiranni, ha conquistato diritti, ha raddrizzato torti.
L’Odio ammutolisce, esclude, ferisce chi non puó difendersi, e alla fine uccide. Chi lo prova perde la capacitá di ragionare e quella di sentire.
La Rabbia dà il coraggio di agire per cambiare le cose ingiuste. L’Odio è figlio della paura e della paura si nutre.
La Rabbia è sana, tiene svegli e fa tremare i polsi ai potenti. L’Odio è una malattia che i potenti usano per tenere sotto controllo i deboli.
La Rabbia va coltivata, e usata come una forza creatrice, non va sprecata per stupidaggini, ma rilasciata al momento giusto come un terremoto. La Rabbia permette di ricostruire.
L’Odio va soppresso e dimenticato, il tempo deve smussarne i margini aguzzi, accarezzandolo come l’acqua liscia i sassi. Le punte di lancia dell’Odio possono solo ferire la carne viva e infettarla.
Dov’è finita la Rabbia che ci trascinava nelle strade a chiedere il giusto e il diritto? Cos’è quest’Odio che fa sbarrare le porte da dentro, spaventati da ogni novità?
Io non lo so. Non lo so.

sabato 16 gennaio 2010

Eravamo proprio come loro

Veramente non avevo volontá di emigrare
avevo combattuto due guerre
e immaginavo i sacrifici
che avrei dovuto fare all’estero
La necessitá i bisogni della famiglia
mi spinsero in Germania
Alla mia etá era uno sforzo
prendere qualche parola tedesca
tutto mi era difficile
anche il lavoro
Dormivo in una baracca
priva di acqua di cesso
come disabitata

martedì 29 dicembre 2009

Pensieri su Gesu Nazareno

Non leggevo i Vangeli da molto tempo.
L’ho fatto in questi giorni perchè cercavo qualche cosa. Non la fede, che non conosco, ma qualche forma di taratura, di calibrazione, rispetto al rumore di fondo che manda messaggi confusi e distorti.
Ho trovato le parole di Gesù molto chiare. Le ho confrontate con quello che mi circonda e con il mio disagio nei confronti di un paese che non riconosco più. Mi ha rassicurato questo confronto, non perchè adesso creda nelle future sorti e progressive, ma perchè mi sono trovato d’accordo: ho verificato la taratura, appunto. Anche per non dovermi vergognare quando i miei figli mi chiederenno conto di cosa facevo e da che parte stavo in questi anni.