giovedì 19 luglio 2012
20 anni fa
20 anni fa pensavo che la giustizia fosse possibile.
Poi quelle due bombe, a distanza di due mesi, cancellarono quella sciocca superstizione, insieme alle vite di molti uomini e donne, tra cui c'erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli unici eroi veri che la Repubblica Italiana abbia mai avuto.
Avevo 24 anni, e a quell'età si possono pensare e fare cose perfette. Ma dopo quel giorno fu più difficile. Quanti di noi rinunciarono a credere negli uomini, quel giorno?
Ma noi ci andammo a Palermo, e portavamo lenzuoli bianchi, con scritte da sventolare in faccia ai rassegnati, ai finti scafati che poi non erano altro che servi, e un anno dopo, con i ragazzi e soprattutto le donne di Palermo, invademmo la città, a centinaia di migliaia. E i dioscuri della paura, quelli che chiamano onore la vigliaccheria dei prepotenti, loro ghignarono davanti agli amici, ma sapevano che la città non era più loro, che non avevamo più paura, e che tutti quei canti e quelle parole scritte sui lenzuoli, per loro significavano una sola parola. Ergastolo.
Scappati da Palermo, braccati in casupole riarse, presi uno per uno, i signori della morte marciscono tutti in prigione per sempre.
Ma non è stata fatta giustizia, solo pulizia. Giustizia sarebbe tornare indietro e fermare le bombe, ma non si può.
Non ci sarà giustizia nemmeno quando saranno stanate le carogne nascoste nelle istituzioni, i politici che barattarono la propria sicurezza con la vita degli eroi. Quando saranno in galera anche loro ci sarà solo l'aria un po' più fresca, e la possibilità di ricominciare.
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