Io non guardo quasi piú la televisione, se non per qualche
occasionale evento sportivo.
E meno male, perché giá mi incazzo abbastanza se la Juve
perde in Champions League, ma se l’altra sera avessi visto l’ineffabile Vespa
nella sua trasmissione che intervistava il mafioso Salvo Riina, probabilmente
avrei causato danni irreparabili alla televisione e alla mia casa.
Non avrei avuto conseguenze immediate negative. Rientrando, verso
il tardi, mia moglie mi avrebbe visto seduto in poltrona che leggevo un libro.
Mi avrebbe chiesto: “Gionata, perché c’é il portaombrelli di ferro infilato
dentro alla tele?”
“Perché stavano intervistando il mafioso Salvo Riina a Porta
a Porta” avrei risposto tranquillamente senza alzare gli occhi dal libro.
“Ah ecco. Eh beh, capisco”. Avrebbe risposto lei, e sarebbe
andata a dormire.
Perché a Palermo c’era venuta anche lei. Un anno dopo che
due tra i pochissimi eroi della Repubblica Italiana, Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, erano stati ammazzati da Cosa Nostra, organizzazione criminale
mafiosa che al tempo aveva come suo capo indiscusso Salvatore Riina, padre di
Salvo, eravamo andati a una enorme manifestazione a Palermo in cui la cittá e l’Italia,
finalmente, vomitavano la mafia.
Non solo era venuta con me. Era stata proprio lei a ideare e
progettare tutto il viaggio, in treno, con i lenzuoli bianchi pieni di slogan
contro questi vigliacchi schifosi. Era il 1993.
E quindi anche senza avere visto la trasmissione, é
difficile sopportare l’idea che Bruno Vespa, con la sua espressione melliflua,
con quella faccia piena di porrazzi, neutrale rispetto a ogni legge morale,
abbia impunemente portato a casa degli italiani questo signore. La cui colpa,
attenzione, non é assolutamente quella di essere figlio di Totó Riina
(ergastolo, decine di omicidi) o il fratello minore di Francesco Riina
(ergastolo, 4 omicidi). No. La sua colpa é che é un mafioso anche lui. Si é giá
fatto 8 anni di galera ed é uscito solo per decorrenza dei termini.
Perché un tale personaggio puó andare in tele a raccontare
le sue storie? Che qualifiche ha per parlare a milioni di Italiani? L’abbiamo
eletto? Ha competenze specifiche, a parte essere un criminale? E se bisogna
parlare di crimine e di mafia, non possiamo farlo fare a un carabiniere, a un
magistrato, a una vittima, invece di far parlare il carnefice bello fresco?
Adesso vado di lá e sfondo la televisione col portaombrelli
lo stesso, anche se non l’ho visto il programma di Vespa. Facciamolo tutti, per
protesta. Sará contenta la Samsung, Vespa no. Fanculo Riina. E fanculo Vespa
anche lui.
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