Mentre la ggente
inveisce contro i poveracci che cercano di entrare in Europa, qualcuno, molto
in alto, ride. Sghignazza proprio, mentre stappa un’altra bottiglia di Krug.
Eh sì, perché ci
siete cascati ancora. Ancora una volta la ggente si è fatta abbindolare, e alla
grande. Prima vi hanno venduto una casa a prezzi assurdi, che impiegherete
tutta la vita a pagare.
Poi vi hanno fatto comprare un telefono da
seicento euro, che non vi potevate permettere. Miliardi di persone che spendono
i soldi che non hanno ancora guadagnato. Pop, parte il tappo dello champagne.
Adesso un’altra
arma di distrazione di massa è stata azionata.
Vi fanno credere
che il problema principale del mondo occidentale sono i disgraziati sui barconi,
oppure l’islam con le sue regole retrograde. E voi, ggente, a sbraitare davanti
alla tivvù e sui social network, a farvi venire le vene del collo grosse mentre
ve la prendete con i più sfigati. Intanto, qualcun altro vi porta via tutti i
soldi che avete.
L’invasione c’è,
ma non è quella che credete voi. E’ l’invasione dei soldi.
Non li danno a
noi, non preoccupatevi. Li danno ai nostri super-ricchi e li utilizzano per controllare
la nostra economia.
Mentre vi
baloccate a aggredire e insultare i diseredati, due fenomeni accadono indisturbati.
Il primo è che, al di sopra delle vostre teste, la ricchezza si concentra nelle
mani di pochi. Il secondo è che paesi stranieri ricchi e non democratici
sfruttano il mercato liberalizzato per controllare i nostri paesi attraverso
l’economia.
La distribuzione
della ricchezza nei paesi occidentali ricchi, di cui fa parte l’Italia, è
cambiata dopo gli anni del reaganismo. La liberalizzazione estrema in economia
ha arricchito i ricchi a spese nostre, ovvero del ceto medio; e questo processo
è ancora in atto adesso. Fanno passare i diritti per dei lussi, e gli stipendi
se ne vanno per pagare affitto o mutuo. E’ successo in tutto l’occidente. Anche
in Italia: la disuguaglianza era diminuita dopo la riforma fiscale del ’74, ma
poi negli anni ’80 ci siamo allineati con il reaganismo, dopodichè siamo
passati all’economia globale. Oggi la classe media viene spolpata a favore dei
più ricchi, e voi non ve ne accorgete; voi guardate gli sbarchi in televisione.
Pensate che siano quei poveracci a portarvi via qualcosa. Pop, parte un altro
tappo di champagne.
La ChemChina è
una azienda statale cinese. Si è comprata la quota di maggioranza della
Pirelli. Lo stato della Cina Popolare adesso controlla una azienda italiana
leader in un settore di alta tecnologia. Ah, e si sono comprati anche la svizzera
Syngenta, colosso della chimica, staccando un assegno da oltre 40 miliardi di
dollari. Non sono solo i cinesi. Anche Putin lo farebbe, se avesse i soldi, ma
non li ha.
Quindi, mentre il
nostro governo non può fare una cosa del genere altrimenti sarebbe o un aiuto
di stato o una nazionalizzazione (bestemmia!), secondo l’allegro e liberissimo mercato,
se i soldoni vengono dal governo cinese allora va bene. Pecunia non olet.
Ma la
geopolitica? I grandi esperti economici? Va tutto bene, quando un paese
straniero, non democratico, si compra la nostra economia e potenzialmente ci
può controllare tramite questa?
Per loro tutto
bene. Hanno visto i soldi e non capiscono più niente.
Certo, se noi
avessimo una Unione Europea politicamente forte, a cui venga trasferita sovranità,
il ministro economico dell’Europa, a capo dell’economia più grande al mondo potrebbe
metterli tutti in riga. Ma no, invece no, anzi, voi vi scagliate contro
l’Europa, perché non fa quello che i governi nazionali non le permettono di
fare. Pop!
E sapete quale è
la fregatura principale? Che non c’è nemmeno un complotto. Non esiste la
Spectre che si riunisce per decidere come sottomettere l’umanità. Quelli che stanno
erodendo la democrazia, mangiandosela insieme ai soldi, non si conoscono
nemmeno. Quello che vediamo è il risultato della somma della piccola,
individuale ingordigia di ognuno di questi. Abbiamo un sistema a cui abbiamo
tolto tutti i freni e che corre in discesa a velocità crescente. I ricconi sono
alla guida, ubriachi. E voi, passeggeri inermi, urlate insulti ai poveracci
stipati nel bagagliaio.