Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

giovedì 21 novembre 2013

Hanno ammazzato Kennedy


Quando hanno ammazzato Kennedy io non ero ancora nato. L’ho saputo dopo, ma non so quando. E’ una di quelle cose che fanno parte della coscienza collettiva, Non l’hai studiato a scuola, non te l’ha detto nessuno, lo sai e basta. Sai che esattamente 50 anni fa, il 22 novembre del 1963, mentre salutava la gente di Dallas dalla sua limousine scoperta, John Fitzgerald Kennedy e’ stato ammazzato a fucilate.

Dato che era giovane, un bell’uomo, dato che parlava di pace e distensione e non trasudava odio come molti invece intorno a lui, aveva un’enorme popolaritá in tutto il mondo. Non così tanto negli USA. Aveva vinto le elezioni su Nixon per pochi voti. Molti nell’America profonda, avrebbero preferito un uomo di più netto profilo. Anticomunista, non troppo disposto verso i neri, propenso a fare guerre.

Perchè l’hanno ammazzato? Niente, è stato uno squilibrato. Uno squilibrato con una mira eccezionale. E quindi è stata una fatalitá, come se fosse morto per un infarto. Eeh, povero ragazzo. Andiamo avanti, dai.

Un cazzo.

Non è andata così.

Adesso, io non voglio tuffarmi nel complottismo. E’ vero, come moltissimi , rimasi molto impressionato dal film JFK di Oliver Stone nel 1991. E inoltre qualche cosa di discordante con la storia del pazzo solitario lo avevo giá visto in un reportage che aveva fatto qualche anno prima Giovanni Minoli, che aveva presentato molti degli elementi del presunto complotto. Poi con il tempo molte di quelle teorie, gli indizi e le provocazioni sono stati smantellati.

Non ho nè i mezzi, nè le competenze nè il tempo di mettermi a ri-ri-verificare testimonianze, esami balistici, e quindi accetto pure il fatto che non sia dimostrato niente se non che Lee Harvey Oswald quel giorno si è piazzato al sesto piano del deposito di libri di Daley Plaza, ha aspettato che l’auto di JFK gli sfilasse sotto, girasse per allontanarsi, e poi gli ha sparato tre colpi in rapidissima successione, ferendolo con il primo e uccidendolo con uno di quelli successivi, che ha spappolato il cranio del Presidente degli Stati Uniti d'America.

Ma se andiamo a vedere che cosa succedeva in America in quegli anni e in quei mesi, scopriamo che questo assassinio capitò proprio a fagiolo. Perchè alcuni fatti sono storici, non c’è bisogno di andare a verificarli ancora. Chi erano i nemici di Kennedy? L’apparato militar/indistriale, che fremeva per fare guerre e JFK non mollava. Affari per miliardi di dollari. La criminalitá organizzata, che aveva perso Cuba (e Kennedy non gliela riconquistava) e aveva il ministro dell’interno alle costole (Robert, fratello di JFK). I servizi segreti di J Edgar Hoover, che lo spiavano e che lui voleva riformare. E tutta la pletora di delinquentelli, poliziotti corrotti, fanatici, mercenari che ruotavano intorno a tutto questo ambiente marcio.

E’ possibile che non ci sia mai stato alcun incontro in cui il destino di Kennedy fu deciso. Ma è anche possibile che non fosse necessario. Che bastasse non fare, non agire (non proteggere), e aspettare, aspettare che il fanatico di turno, magari a suo tempo debitamente addestrato (che in America non mancano), facesse il proprio lavoro. Dopo Oswald ci furono Sheeran Sheeran, James Earl Ray, e perfino quel deficiente di Mark Chapman, pazzi solitari, che uccisero Robert Kennedy, Martin Luther King, e John Lennon. Malcolm X invece non si sa chi è stato. Tutte figure che erano frontalmente contrarie all’America violenta che molti di noi non vogliono più vedere.

L’America deve ancora fare i conti con quella morte. Le parole premonitrici di Dwight Eisnehower avevano messo in guardia contro la forza dell’apparato militare. Oggi è più forte che mai. Finchè lo sará, non ci sará giustizia, nè per Kennedy nè per nessuno.

martedì 29 ottobre 2013

Lou Reed, la morte dell'angelo nero


Sulle bancarelle lungo le strade di Bonn, nel 1988 si trovava di tutto.

Bonn era ancora la capitale della Germania Federale, piccola, ordinata, ma cosmopolita e piena di giovani. Uno di questi, io, girava rovistando tra le centinaia di musicassette, dato che costavano pochissimo. Sperimentavo e scoprivo musica. In ritardo, molto spesso. Anche in questo caso. Comprai a quattro marchi un album dei Creedence Clearwater Revival, vecchio di una quindicina d’anni, e un’altro ancora più vecchio, del 1967, quando ancora non ero nato. Aveva la copertina bianca, con al centro il disegno di una banana matura. In basso a sinistra, il nome della band: The Velvet Underground & Nico. E poi la firma dell’autore della banana, che io credetti fosse anche il titolo dell’album: Andy Warhol.

Fu così che conobbi Lou Reed.

Lou in quell’album parlava soprattutto di droga. A cominciare da Heroin. Ascoltai quella canzone senza suggestioni, sapevo di cosa si trattava, anche se non per esperienza diretta. I did not walk on the wild side. Avevo visto una generazione, al mio paese, quelli che avevano una decina d’anni più di me, spazzata via dall’Ero. Avevo visto gli scoppiati sulle panchine. Riversi, forse vivi, forse no. A tanta gente non importava (l’era lì, che ‘l pareva nisün, disse Iannacci dell’uomo con le scarpe da tennis). Li avevo visti fare l’autostop con i denti rotti, avevo visto le madri piangere ai funerali. Questo per dire che non avevo dubbi su cosa fosse quella roba. Eppure Lou la cantava. Senza remore, come nudo, parlava dell’ago che entra nella vena, della pace vuota che seguiva (and all you girls with your sweet talk, you can all go take a walk) della fine che lo aspettava (be the death of me),e che però non arrivò. Heroin è un capolavoro. Lou poi parlava dello spacciatore, waiting for my man, questa figura che domina e che detta il tempo della vita del tossico (first thing you learn is that you always gotta wait, chiaro e semplice, per me è grande letteratura americana). Come poteva quel mondo essermi così estraneo mentre allo stesso tempo mi abbeveravo a quelle canzoni? La distorsione di The Black Angel Death Song (forse il miglior titolo di sempre di una canzone rock). E poi vennero White Light White Heat, Sweet Jane, sempre la droga, Lou Reed sempre più cattivo, con gli occhiali scuri, non ti guarda, Lou, sei un pezzo di merda per lui.

Poi corsi a sentirmi New York, Transformer, e gli altri suoi grandi successi da solista, sempre uguale a se stesso, libero e solo e duro, come un tavolo di legno sotto il sole. Intanto interi filoni musicali nascevano ispirati dalla breve stagione dei Velvet. Io avevo nove anni quando è esploso il punk rock, il che vuol dire che me lo sono dovuto ascoltare tutto dopo, quando la festa era finita e le radio ci passavano gli Spandau Ballet. Disse Brian Eno che il disco con la banana vendette solo 30mila copie, ma che ogni ragazzo che lo sentì fondò una band musicale, lui compreso. Possibile. The most influential album ever.

Ma io compresi chi era solo quando nel 1992 uscì il disco che lui e l’amico ritrovato John Cale registrarono (Songs For Drella) in ricordo del loro mentore, Andy Warhol.

Nella musica sempre ineffabilmente ostile, le loro parole raccontavano la loro vera storia, una lunga confessione mista a rabbia, rimorsi, e ammirazione per quello che riconoscevano come un genio. Lou Reed, per la prima e ultima volta in vita sua, commuove (Hello Andy I guess I gotta go. I hope someway, somehow, you liked this little show).

Ieri comparavo tra di loro i ritagli elettronici dei giornali online. Le foto di Lou a tutte le etá. Giovane bello e bastardo, poi cupo, scuro come un sicario. Infine un paio di foto molto recenti, con gli occhi piegati un po’ all’esterno, malinconici ma vispi, e le orecchie grandi, da vecchietto. Giá la vedeva arrivare. Da giovane l’aveva presa in giro. Adesso gli presenta il conto, ma Lou aveva giá pagato.

giovedì 26 settembre 2013

Torto o Ragione


Ci sono molte cose su cui ho un’opinione, e spesso, anche se mi informo, mi documento, raggiungo un’idea ragionata e convinta, mi rimane il dubbio. E se avesse ragione quell’altro? Ci dividiamo in destra e sinistra, credenti e non, mutande e boxer, nucleari e eolici, Juventini e sfigatoni.

Scegli una parte, ma devi sempre sapere che di lá c’è qualcuno che ha un intelletto pari al tuo, e che ha trovato ragioni altrettanto valide per stare dall’altra parte della barricata. Possibile che si siano sbagliati tutti? No, quindi il dubbio è sano e va coltivato, tiene il cervello in funzione.

Sempre dubitare.

O quasi.

Quasi.

Ci sono delle cose su cui ormai non esiste più il dubbio. L’abbiamo risolto e la nostra societá si regge sul fatto che alcune certezze siano state raggiunte, e chi le mette in discussione si pone fuori del patto di cittadinanza che abbiamo stretto e che si chiama civilizzazione. Per esempio: La Legge E’ Uguale Per Tutti. Anche se spesso disatteso, questo principio è riconosciuto valido da tutti. Anche da quelli che poi non ci credono e cercano di fare i furbi, pubblicamente sono costretti ad ammettere che, in linea di principio, la legge è uguale per tutti.

Lo stesso vale anche per i diritti civili. Nessuna differenza di etá, razza, sesso, censo,  istruzione, etnia, credo religioso, condizione fisica, orientamento sessuale, giustifica trattamenti diversi, tutti hanno gli stessi diritti. Questa è una cosa su cui si basano tutti i paesi democratici e che fa da discrimine nei confronti di quei paesi che democratici non lo sono.

Per cui, l’attuale discussione martellante sui gay, non esiste.

Chi cerca di impedire che godano degli stessi diritti degli altri, parla col muro. Siete arrivati tardi, è giá scritto nelle leggi fondanti di tutti i paesi civili che chi è gay ha esattamente gli stessi diritti di chi è etero. Si tratta solo di applicare lo spirito delle costituzioni e delle leggi. Fine della storia. Avete torto. Torto marcio, e non si torna indietro. Parliamo pure di qualcosa d’altro.

domenica 2 giugno 2013

I terremoti non si possono prevedere - lo dice la scienza

I nostri Appennini si stanno spingendo verso Est-nord-Est. Qualche millimetro all’anno.
Questo è il risultato locale di una spinta generale dell’Africa, che sta schiacciando il mare Mediterraneo contro l’Europa. Non solo molte persone emigrano in questa direzione, è l’intero continente che vuole venire qui da noi! E il Mediterraneo? Un giorno questo mare sparirà. E’ sicuro, anche se noi non lo vedremo. E’ un giorno lontano, stimato tra circa 50 milioni di anni. Quel giorno la razza umana potrebbe anche non esserci più, sepolta nel tempo profondo.

Questo è il tipo di previsioni che la geologia può fare con un margine di certezza pressochè assoluto.
Quello che non può fare, è predire i terremoti. In particolare il singolo terremoto, la sua data precisa.

Perchè il meccanismo con cui gli Appennini si spostano verso Est è proprio quello: i terremoti. Per anni si accumula tensione nella roccia. Chilometri di roccia che impercettibilmente si comprimono per qualche millimetro. Fin quando possono, accumulano tensione, poi un giorno la rilasciano, di colpo, spostandosi di qualche metro. E avanti così per milioni di anni.
Il periodico le Scienze, nel numero di Giugno, spiega anche perchè sia pressochè impossibile predire i tempi esatti dei terremoti. Perchè qualcuno ci ha anche provato. Sono andati in California, dove ci sono terremoti molto spesso e piuttosto spettacolari, dato che una parte del continente americano sta staccandosi, scivolando verso Nord. Sono andati in una zona, Parkfield, ove i terremoti si succedono con una certa regolarità. Hanno messo sensori e geofoni dappertutto, nella speranza di misurare quelli che vengono chiamati precursori, ovvero segnali che avvertano che tra un giorno o un’ora, ci sarà un terremoto. Hanno trovato il punto in cui con maggiore probabilità il terremoto sarebbe avvenuto, basandosi sulla struttura delle faglie e delle fratture del terreno. Hanno calcolato la direzione prevista del terremoto. E hanno aspettato.

Risultato: il terremoto è avvenuto in un momento assolutamente tranquillo, senza preavviso. Avevano quasi azzeccato la forza del terremoto, ma la direzione era quella sbagliata. Così come la tempistica. Questo è l’esperimento di previsione dei terremoti meglio riuscito della storia, fino ad oggi.
Quindi, al momento, la previsione in tempo utile per evacuare zone a rischio è impossibile.
Non possiamo misurare la quantità di energia accumulata da una zolla di roccia grande come l’Umbria. Nè stimare quanta ne può accumulare prima di spezzarsi. Forse non saremo mai in grado di farlo. A livello di complessita' sarebbe come fare le previsioni del tempo del 10 giugno del 2050. Pioverà? Mah. Ci sarà una grandinata record? Boh. Probabilmente farà caldo.

Quello che possiamo fare è misurare e prevenire. Capire sempre meglio i meccanismi che formano i terremoti. Sviluppare le tecnologie che resistano alle scosse.
Dal 2000 a oggi in Italia si sono registrati 50 mila terremoti. Sono 11 terremoti al giorno. La maggior parte impercettibili. Alcuni hanno fatto disastri.

Non si poteva sapere, un momento prima che accadessero, quale sarebbe stata la forza di ognuno di questi 50 mila terremoti. Per stare tranquilli, dovremmo emigrare tutti in Sardegna. Lì i terremoti non ci sono. Però tutte queste misurazioni non sono inutili, anzi: sulla base di questi dati vengono aggiornate le mappe del rischio sismico. Quelle che dicono dove si può costruire e con quali criteri. Ecco, quelle le abbiamo, e son fatte bene. Non si può nemmeno fare un piano regolatore di un comune senza tenerne conto.
E’ questo che possono fare geologi e geofisici.
Certo, poi bisogna vedere se le indicazioni del rischio sismico vengono rispettate. Da chi? Beh, costruttori, sindaci, assessori, ingegneri. Perchè se poi, come a Mirandola, vengono giù fabbriche costruite meno di dieci anni fa, non sarà mica colpa del geologo?

Rendersi conto che i terremoti non sono prevedibili in tempo utile non è difficile. Eppure nel Medioevo in cui il nostro paese è sprofondato, ci sono giudici che condannano alla prigione i geofisici della commissione Grandi Rischi perchè, dopo avere fatto misurazioni e mappe precise, non sono riusciti nell’impossibile. Questa, per noi geologi ma anche per tutti gli Italiani che girano per il mondo, è una vergogna umiliante. Per quelli che restano in Italia, è la condanna a essere governati dall’ignoranza e dalla superstizione.
 
Per completezza ecco le fonti che ho consultato per scrivere queste note.
Enciclopedia Treccani – webpage: http://www.treccani.it/enciclopedia/appennino/
Prof Scotese – paleomap project: http://www.scotese.com/future.htm

Mappa del rischio sismico in Italia: http://mi.ingv.it/images/mappa_GU108bn.gif

 

sabato 18 maggio 2013

Dove sono finiti i soldi?

Tutti hanno un’opinione sulle ragioni della crisi economica. Molte di queste opinioni sono del tutto infondate naturalmente, e originano dal fatto che il cosiddetto homo sapiens, per non fare fatica, trova spesso, per ogni fenomeno, la spiegazione che trova più confortevole. Ovvero una tra le seguenti o una combinazioen delle stesse:

Quella che lo costringe a pensare di meno
Quella che incontra i suoi istinti primitivi
Quella che dimostra che lui è meglio degli altri
Quella che dimostra che non è colpa sua

Per fortuna ci sono fenomeni per cui esistono anche dei valori quantitativi, misurabili, per cui inventarsi opinioni balzane è impossibile. L’Everest è più alto del Monte Bianco. 8848 m contro 4810 m. Fine della discussione. Il Partito dei Sostenitori del Primato del Monte Bianco (PSPMB) ha preso atto e si è sciolto.
Nell’economia è molto più difficile, ma qualche cifra aiuta per lo meno a orientarsi.

Sono andato su alcuni siti di dati statistici (tra cui www.consumatori.it ma non solo) a verificare come è ripartita in Italia l’evasione fiscale. Dato che sono tanti soldi, è importante capire chi si sta tenendo in tasca gli Euro che servirebbero a tutti noi per fare funzionare il paese in cui viviamo.
Intanto la somma totale, difficile da stimare. Secondo il sito de Il Fatto Quotidiano sono 180 miliardi di Euro l’anno, nel 2012. Secondo il sito de Il Giornale sono 120. La differenza e’ costituita principalmente dagli introiti della criminalità organizzata che evidentemente Il Giornale non ritiene illegittimi, e naturalmente li comprendiamo.

Ma la ripartizione di questi miliardi potrebbe sorprendere: la riporto qui sotto:

Categoria di evasori
Miliardi di Euro
Truffe su pensioni
6.5
Lavoro nero
34.0
Piccoli commercianti
8.0
Piccole-Medie Imprese
22.0
Corporations/Milionari
38.0
crimine organizzato
78.0
186.5

Mi sono permesso di aggiungere le truffe sulle pensioni al totale di 180 MM, dato che sono una cifra rilevante di soldi nostri che alcuni nostri concittadini rubano alla collettività. Sei miliardi e mezzo sono più di cento Euro per persona, compresi i bambini, che ci fregano ogni anno per darli a gente che non li merita e truffa lo stato. A casa mia siamo in 5 quindi mi hanno fregato oltre 500 Euro, ci pagavo Sky con quei soldi.
Vediamo anche una cosa interessante: i piccoli commercianti, i negozianti, che di solito sono il simbolo dell’evasione fiscale, contribuiscono per solo 8 miliardi (ovvero poco più del 4%) alla grande rapina. Fa scena mandare la finanza dai salumieri e nei negozi di abiti firmati, ma alla fine il grosso è altrove.

Dov’è? Beh, una bella fetta è nel lavoro nero. Temo però che siano molto difficili da recuparare, se prima non si mette a funzionare la macchina amministrativa. La maggior parte di coloro (tantissimi) che lavorano in nero sono persone che la sfangano come possono. Hai voglia a cavar sangue da una rapa. Qualcuno forse è anche ricco. Piuttosto chi lavora in nero è in un far west in cui non ha alcun sostegno. Si fa male? Cazzi suoi. Non c’è lavoro e deve stare a casa da un giorno con l’altro? Cazzi suoi. Resta incinta? Deve lavorare anche di notte? Il problema per chi lavora in nero è più grave per loro che per gli altri a cui è sottratta la loro quota di tasse.
Poi ci sono le aziende. 22 miliardi sottratti dalle tantissime piccole-medie imprese. E ben 38 miliardi sottratti dalle grandi corporations (grande industria, grande distribuzione, multinazionali, finanza, banche). I milionari usano gli stessi canali delle grandi corporations quindi la cifra comprende anche i nostri ricconi che pagano meno tasse degli insegnanti.

Sarebbe già una bella torta così, più alta di ogni altro paese europeo. Infatti negli altri paesi sembra che ci sia una minore illegalità da parte della gente comune e una simile furbizia di banche e corporations.
Però da noi c’è da aggiungere la fettona di torta che si mangia la criminalità: stimata in 78 miliardi all’anno. Non sono tutti soldi nostri, specie quelli legati al traffico internazionale di armi, droga e persone. Ma una parte sì. Inoltre la presenza di questi bastardi su larghe parti del territorio previene la costituzione di un tessuto economico e sociale normale, quindi certamente vanno contati.

Ricconi, banchieri, grandi aziende multinazionali e mafiosi. Colpendo questi per primi si rastrellano tanti quattrini e si dà il buon esempio, potrebbero diventare più virtuosi anche i cittadini. Potrebbero anche crescere meglio le PMI, in un ambiente socio-economico più sano.
Ricconi, banchieri, grandi aziende multinazionali e mafiosi. Qualsiasi governo che non individui questi come i target principali per recuperare i nostri soldi mancanti, o non ha a cuore il bene del paese, o ha all’interno della propria maggioranza elementi legati a queste forze disoneste e in parte criminali...ops! Forse ci tocca aspettare un altro giro...

sabato 27 aprile 2013

No e poi no. Pero' alla fine Si'.


No, no, no, no e poi no. La risposta più naturale e spontanea all’idea di collaborare al governo del paese insieme a quelli responsabili del disastro. Non perchè siano brutti e cattivo, o tutti disonsesti. Ma per il semplice motivo che non sono liberi di perseguire un’idea o una linea politica, legati al destino personale del loro capo. Fin quando non se ne libereranno, non saranno del tutto legittimi a rappresentare l’Italia, perchè, almeno in parte, rappresentano un interesse privato, personale e spesso contrario all’interesse pubblico.

Eppure non riesco a tifare contro Enrico Letta. Come posso sperare che questo governo fatto insieme al nemico finisca male? In mezzo ci siamo noi con le nostre vite, le nostre micro-economie che possono essere spazzate via dal non-governo, dopo essere state messe in pericolo dal mal-governo.

Non resta che sperare: che trovino i soldi per far partire l’economia con le opere che servono. Che paghino i creditori. Che rifacciano la legge elettorale, che non e’ peggiorabile. Che rimuovano un po’ di privilegi, sia della politica sia delle tante rendite di posizione che ci sono in Italia, dato che le paghiamo tutte noi. Non sono cose di sinistra, d’altra parte non è un governo di sinistra. Però sono cose che servono. Solo dopo, se ci saremo ancora, allora le si potrà fare le cose di sinistra.

lunedì 1 aprile 2013

Tutti cattivi. Gli altri.


Sono cattivi i giornalisti che raccontano balle. Sono cattivi i giudici non giusti. Brutti e cattivi i politici vecchi, che non hanno saputo governare. Cattivi quelli nuovi, che non valgono niente. Non dimentichiamo i calciatori che guadagnano troppo, e gli insegnanti che non insegnano. Gli imprenditori che sfruttano e i dipendenti che si assentano. Gli autisti dei camion prepotenti, i dottori che non ci curano, le mogli che non ci amano. E basta cazzo. E’ possibile che siano sempre gli altri? Di tutti i torti e le ingiustizie e gli errori, e le cose che non funzionano, possibile che noi siamo sempre le perfette e innocenti vittime?

Beh, no.

sabato 23 marzo 2013

Rubano il Cukident


Al supermercato il di solito compro solo bevande. In particolare birre belghe: me le tengo in un piccolo frigo dedicato. Un mini-lusso che mi concedo e del quale approfitto, specie dopo aver tagliato il prato.

Al supermercato, mentre infatti puntavo allo scaffale delle birre, a causa della tunnel vision del cacciatore che ha individuato la preda, ho urtato alcuni prodotti che sono finiti a terra. Per fortuna niente di vitreo o deperibile. Però, mentre li raccoglievo, mi sono accorto che alcune confezioni erano stranamente leggere. In particolare, una scatoletta di Cukident, quella pasta adesiva per le dentiere. Incuriosito l’ho aperta e effettivamente era vuota. Cen’erano altre due, vuote anche quelle. Allora sono andato alla cassa per avvertirli che qualche buontempone gli aveva fregato tutti i tubetti. La cassiera mi ha guardato come se fossi un marziano: un marziano coglione. In realtà, i tubetti li tolgono loro, perchè altrimenti glieli rubano.

Ah.

Allora ho pensato a chi possa rubare il Cukident. Ho controllato, un tubetto costa 9 Euro, non poco. Allora mi è comparsa davanti l’immagine di un anziano, senza soldi, con la dentiera che viene via. Cosa fa? Compra da mangiare o compra l’adesivo?

Ma da quando cazzo gli anziani vanno a rubare al supermercato? Sveglia Tota! Da quando non ce n’è più! I segni del declino sono sempre molteplici, ma alcuni dettagli colpiscono di più perchè mostrano le piccole miserie intime delle persone. Le auto bicolori con i ricambi recuperati in discarica. I pacchetti di sigarette da dieci. E il Cukident.

Ma gli anziani il sistema li può ancora controllare, ance se si ribellano alla decadenza. Il problema sarà quando resteranno col culo per terra i padri di famiglia. Allora sì che tutti quanti we take a walk on the wild side.

venerdì 1 marzo 2013

Understanding Italian voters.

I am going to try and explain my foreign friends what happened during the last elections in Italy.

Actually, if I was not Italian, I would probably not give a damn about this whole mess, contented with the knowledge that the place maintains its constant instability (an oxymoron, I know, but there is no shortage of morons here).

But really there is some logic in what is happening here.

We have cast our votes and have ended up with a parliament split in three. A third of the Italians have voted for Berlusconi and his xenophobic sidekicks. A third has voted for the opposing Democratic Party, and the remaining third for the explosive 5 star movement, inspired by the comedian Beppe Grillo.

Since none of these forces seem compatible with the other two, we are now gridlocked. But how did it come to this?

Well, Berlusconi enjoyed a wider support in the past. His negligent tenure at prime minister and his never ending scandals and crimes have alienated a lot of his right-wing electors, and he was left with only the residual support of the fanatics and the sub-humans who would follow him whatever he does or say. Surprisingly, this “residual” is around a quarter of the Italians. This is very embarrassing for me and for all Italians who have any kind of relation with the outer world.

The Democrats should have attracted part of this hemorrhagic of consensus, but they were unable to do so. This was due in part to the fact that they are not very good at communicating to people who are not well educated and well-off in the same time, so they should consider it a miracle they actually ended up being the most voted ones, although by a narrow margin. On top of this, their public and private behaviour was not different enough from that of the “Berlusconians” to grant them any recognition of good ethical or moral standard. The fact that their well-mannered, competent, although rather unattractive representative, Bersani, did not have enough media appeal is in my opinion a minor factor in their failure to clinch the expected majority.

Enters the 5-star movement of Beppe Grillo. They are new, they are young, they are not corrupted (yet) and their political platform is a heady mix of populist claims and advanced, legitimate requests. People have flocked to this new proposal, nauseated by the usual parties.

There you go. We had other minor parties, some of which had some merit, but they got squashed by an election system which has been designed by a media tycoon so it is all about mass-media control.  

What is going to happen? Actually I have no clue. I know what should happen, but in this country logical consequences rarely materialize.
 

sabato 23 febbraio 2013

Comunicazione elettorale


Personalmente io questa volta la vedo piuttosto netta:

o martedi prossimo avremo una forte maggioranza in grado di seppellire i vent’anni di disastro firmato Berlusconi – Lega, oppure non cel’avremo.

Se non cel’avremo, non avra’ alcuna importanza se avranno parziale successo le varie liste di protesta, quelle di testimonianza, quelle di appoggio, quelle di rinnovamento, di destra, sinistra o centro. Ci troveremo con il culo per terra, con un paese che non puo’ essere governato e con la possibilita’ che i maggiori responsabili del danno fatto possano ancora una volta farla franca e magari tornare in sella.

I mercati se ne accorgeranno. Gli speculatori se ne accorgeranno. L’Europa se la farà sotto. Ci terremo tutte le leggi sbagliate, a partire dalla legge elettorale. Ci terremo i diritti negati, la corruzione, l’economia che non parte, il lavoro che non c’è e i servizi ai cittadini che peggiorano ogni giorno. Continueremo a scivolare verso il terzo mondo, ma più in fretta. Fino alle prossime elezioni tra un anno. Possiamo permetterci di aspettare un’altro anno?

Ritengo che l’unico partito abbastanza grande, forte, indipendente e sufficientemente pulito da poter formare un governo autorevole e del tutto estraneo ai precendenti scandalosi governanti sia il Partito Democratico, e lo voterò, sia alle regionali sia alle politiche.

Alle regionali, in particolare, ove si esprime preferenza, voterò per Mariangela Maiocchi perchè è brava, è nuova e non deve niente a nessuno.

Se saremo abbastanza, l’Italia potrà ricominciare subito. Altrimenti abbiamo davanti un altro anno di comizi, balle, cazzate, e intanto affondiamo.

Buon voto.

sabato 9 febbraio 2013

Insopportabili 2

Per gli sfortunati che ancora seguono il pastone televisivo che ottenebra la mente.
Invece di subire promesse elettorali da ricconi pagliacci che dovrebbero stare in galera, spegnete lo scatolone, fatevi voi la lista delle cose che ritenete importanti, e poi confrontatela con cosa hanno GIA' FATTO non quello che PROMETTONO. Potrebbe essere un buon metodo per scegliere (o per non scegliere). E si libera anche molto tempo per la lettura, per il sesso o per bevute gigantesche.

sabato 26 gennaio 2013

Insopportabili

Ci sono cascato ancora. Per quasi una settimana mi sono messo a leggere i quotidiani e a seguire anche gli orripilanti telegiornali. Ho resistito ai dibattiti politici, ma gia' oggi non ne posso piu'. Delle baggianate dei politici, specialmente chi ha rovinato il paese, rubato e trafficato e adesso ha la faccia di ripresentarsi come "nuovo". Hahahaha! La lista "pulita" con capolista il Berlusca, e Bossi di contorno! Come una torta saint honore' alla panna con in cima un bello stronzo. Mmmh che buona dicono i rimbambiti. Basta, tivu spenta e giornali per fare su l'insalata. Presto, che la mente si nutra! A me un libro di Roth! E l'ultimo album di Bob Mould!

venerdì 18 gennaio 2013

Un altro Armstrong

Detestavo l'Armstrong tronfio che si nascondeva tutto l'anno e poi si presentava bello fresco al Tour, con un librone alto cosi' che giustificava tutti i farmaci anti-cancro che prendeva, e vinceva a mani basse. Perche' non mi sembrava un campione vero uno che non fa mai ne' il giro ne la vuelta ne' le classiche. Adesso, vedendolo sbugiardato, nel suo momento piu' basso, non riesco piu' a trovarlo cosi' detestabile. Mi dispiace per lui e per uno sport che vive di drammi e di inganni. sangue e merda. Preferisco pensare al giovane promettente, non ancora vincitore del tour, che vinceva la sua prima tappa e sul traguardo puntava lo sguardo e il dito al cielo a salutare Fabio Casartelli, morto il giorno prima cadendo in discesa. Preferisco a pensare a quel ciclismo li'.

domenica 13 gennaio 2013

La battaglia sbagliata contro le trivelle


Sarebbe importante avere idee chiare dal punto di vista tecnico riguardo alle conseguenze delle trivellazioni per olio e gas.

Offro qui un paio di riflessioni che spero contribuiscano in tal senso.

Premetto che io per lavoro faccio il geologo nell’esplorazione petrolifera. Lavoro con un’azienda di Milano che svolge questo tipo di servizi per compagnie petrolifere grandi e piccole, tra cui naturalmente anche l’ENI.

Premetto anche che non ho interesse personale diretto a che si facciano o non si facciano pozzi per idrocarburi in Italia: l’azienda per cui lavoro deriva quasi tutto il suo fatturato da trivellazioni effettuate all’estero.

Riguardo al temuto inquinamento o incorretto uso del suolo, vorrei sottolineare che i danni causati da questo tipo di attività sono limitati e temporanei: il piazzale su cui si svolge la trivellazione è un quadrato di circa 100 m x 100 m. Può essere un po’ più grande, ma questo è l’ordine di grandezza. È recintato. Ci sono decine di sensori elettronici che controllano la dispersione di fluidi o di gas. I sensori sono monitorati 24 ore al giorno , 7 giorni su 7.

Il lavoro di trivellazione puo’ durare, a seconda della profondità del pozzo, da 2-3 mesi fino a un paio d’anni. Poi quando il pozzo è stato trivellato, si installa una valvola in testa al pozzo. Si tratta di una serie di tubi e flange d’acciaio che sporge dal piano campagna di 1-2 metri. La valvola viene circondata da un muretto di cemento e da un reticolato, ampio pochi metri, per sicurezza. Il resto del piazzale viene restituito all’agricoltura.

Durante le operazioni c’è un viavai di camion naturalmente, che trasportano materiali e aste metalliche e si occupano di smaltire i fanghi che vengoino estratti. Anche questo disturbo è temporaneo.

Riguardo all’opportunità di estrarre gas e olio dal sottosuolo, siamo tutti d’accordo che le fonti rinnovabili di energia sono molto migliori perchè non bruciano nulla e quindi non liberano nè CO2 nè ossidi di azoto e particolato. Tuttavia dobbiamo affrontare il fatto che al momento le fonti energetiche alternative non possono rimpiazzare in toto quelle fossili. Io sono ottimista e credo che succederà, ma non tanto presto. Per cui per adesso olio e gas ci servono ancora, che ci piaccia o no.

Aggiungo inoltre che il gas naturale inquina certamente molto meno di molte pseudo-rinnovabili come l’olio di palma, il cippato e qualsiasi altro processo di combustione, dato che il metano, quando brucia, libera CO2 e acqua. Qualsiasi altra cosa che brucia, libera molte più porcherie, oltre alla CO2. In più ha un’alta resa energetica e costa poco.

Abbiamo due strade: o importiamo tutti gli idrocarburi che ci servono, o ne estraiamo una parte dal nostro sottosuolo. Questa seconda opzione secondo me ha una serie di vantaggi: ci rende meno dipendenti da paesi non-democratici per il nostro fabbisogno energetico. Crea un indotto in termini di lavoro e di alta tecnologia. Rende l’energia meno cara. Inoltre per esperienza personale devo dire che la sicurezza sul lavoro in questo ambiente, in Italia, è di alta qualità, rispetto a tutte le altre attività industriali e agricole sul territorio.

Dobbiamo stare molto attenti, nelle nostre battaglie, a prendere la mira correttamente. Chiediamo al nostro governo di sostenere attivamente le rinnovabili, ma non ammazziamo l’economia con paure e superstizioni che non hanno fondamento tecnico-scientifico.
 

mercoledì 2 gennaio 2013

E’ bello sentirsi inferiori: ode a Albert Hirschmann

Di solito, guardando alle figure che nel bene ma soprattutto nel male stanno segnando il nostro tempo, abbiamo il problema contrario: ci chiediamo come sia possibile che persone tanto mediocri come quelle che popolano l’odierna cronaca politica nazionale e internazionale possano davvero essere i nostri rappresentanti e i nostri leader.

C’era chi diceva che George W Bush avesse appeal presso l’americano medio perchè la sua intelligenza limitata lo faceva sentire come “uno del popolo” anche se era miliardario e filibustiere. Ciò offende l’americano medio, che non può certamente essere considerato tanto stupido.
Noi abbiamo il nostro sottobosco parlamentare fatto di fanghiglia truffaldina al soldo del peggiore, che, nel migliore dei casi, ha venduto il culo per un posto al sole (le varie Berlusconettes per fortuna ormai destinate all’oblio), nel peggiore, l’anima.

Oggi invece festeggio un uomo che, forse non così noto, è stato un protagonista del secolo XX. Albert O. Hirschmann, tedesco, morto ieri a 96 anni. Ecco alcune informazioni su di lui.
Albert ne ha fatte di tutti i colori nel secolo XX. Vediamo un po’: negli anni ’30, ventenne, è andato in Spagna a combattere contro i fascisti che avevano rovesciato il governo democraticamente eletto. Poi si è unito all’esercito francese per combattere i Nazisti (lui era tedesco). Mentre era al fronte, tra una pallottola e l’altra, ha preparato il suo dottorato di ricerca in economia.

Poi, dopo che i Nazisti avevano conquistato la Francia, è passato tra le fila della resistenza: il suo lavoro era di far scappare in Spagna ebrei e antinazisti in fuga dalla Francia. Ha fatto scappare oltre i Pirenei circa 2000 persone. Tra queste ci sono il pittore russo-francese-ebreo Marc Chagall, il pittore e scacchista Marcel Duchamp, e la filosofa tedesca ebrea Hannah Arendt. Attenzione, noi ignoranti ne sappiamo poco, ma la Arendt è una delle più grandi menti del XX secolo, ho provato a leggere qualche suo libello sulla condizione umana ma il mio cervello si è arreso, umiliato. Calcisticamente parlando, è come se Platini si fosse unito alla resistenza e avesse fatto scappare Van Basten.
Comunque Hirschmann non è soddisfatto. Scappa in America. Appena arrivato, si arruola nel servizio segreto e viene mandato in Nordafrica e in Italia. Dà una mano a processare i criminali nazisti, poi torna al suo primo amore, l’economia, e lavora al Piano Marshall, l’istituzione economica che ha salvato l’Europa allo stremo alla fine della guerra e gettato le basi per l’Europa Unita (tra parentesi la sorella di Hirschmann, Ursula, ha sposato uno dei padri dell’unificazione Europea, Altiero Spinelli, altra figura di supereroe del secolo breve...).

Hirschmann era un economista ottimista, e pensava che i cicli di crisi alla fine si superano e il progresso continua. Lo ha pensato e scritto fino all’ultimo, quest’uomo straordinario. Speriamo che avesse ragione.
Hirschmann, per colazione, di solito mangia Chuck Norris.

A parte l’ultimo rigo, tutte le altre cose che ho scritto su Hirschmann sono vere, potete controllare. Addio Albert, e grazie.