Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

mercoledì 13 gennaio 2016

Il Terrore delle Trivelle


Io credo che la gente, quando pensa alle “trivelle”, in realtá gli viene in mente il dentista.

La reazione scomposta e irrazionale di molti al pensiero delle famigerate “trivelle” si puó spiegare solo pensando a quel senso di impotenza, smarrimento e fitte di dolore improvvise che ci fanno sudare sulla sedia del dentista.




In questi giorni nuovamente si é parlato di ricerca di idrocarburi in Italia e di nuovo é esplosa la fobia delle trivelle. Tale fobia colpisce soprattutto tre categorie:

a)      Coloro che si considerano ambientalisti e che, pur non avendo quasi alcuna conoscenza del moderno processo di prospezione petrolifera, si schierano contro per antica abitudine.

b)      Coloro, tra la popolazione, meno propensi a ragionare a fondo sulle cose, e che reagiscono tipicamente al titolo di un articolo, senza leggere l’articolo stesso.

c)       I politici, perché, dati i punti a) e b), essere contro porta voti.



In realtá questo terrore é frutto per lo piú di cattiva informazione, di mancanza di aggiornamento, e spesso di malafede.

Ecco in sintesi perché non si deve avere paura delle trivelle, ma semplicemente, controllarne l’uso corretto:

1)      Il fabbisogno energetico:

In Italia olio e gas sopperiscono a circa il 75% del fabbisogno energetico. Il restante 25% è ottenuto soprattutto dalle centrali idroelettriche. Le altre rinnovabili vere (solare e eolico) pur in forte crescita, coprono meno del 10% del fabbisogno.
Dunque, come ci scaldiamo d'inverno? Come ci spostiamo e lavoriamo senza l'uso di gas e olio?
Non é una domanda retorica. Qual'è il piano B?

Non basta dire “No alle Trivelle”. Bisogna spiegare all’atto pratico cosa si voglia fare a partire da domani 14 gennaio 2016. Senza il piano B, c’é solo il piano A.

2)      Da dove li prendiamo gli idrocarburi?

Appurato che, mentre sviluppiamo, si spera rapidamente, le fonti di energia rinnovabili e aumentiamo la nostra efficienza energetica, per il momento dobbiamo ancora utilizzare per molti scopi petrolio e gas, resta il problema di come ottenerli.

Il gas, in particolare: l’Italia lo compra soprattutto da tre paesi: Russia, Algeria e Libia. Adesso, a occhio, secondo voi, in questi tre paesi, quanto é alta l’attenzione a: impatto ambientale, tutela dei lavoratori, norme di sicurezza e business practices pulite (no corruzione)? E secondo voi chi ha le tecnologie e le competenze piú avanzate per estrarlo come si deve? Noi o loro?

Quindi, se un po’ di questo gas e petrolio lo estraiamo noi dalle nostre riserve, abbiamo la certezza che verrá estratto in maniera piú efficiente, rispettosa dell’ambiente, pagando meglio il personale e con un indotto di corruzione certamente limitato, rispetto ai paesi da cui invece lo compriamo a caro prezzo.

3)      Vantaggi economici?

Intanto gli idrocarburi estratti in casa costano meno rispetto all’importazione. Poi c’e’ anche un indotto: decine di migliaia di posti di lavoro qualificati, sviluppo di un distretto che utilizza alte tecnologie in Italia. Tecnologie da rivendere all’estero.
 

4)      E l’ambiente?

Qui purtroppo devo scontrarmi con alcune affermazioni dei nostri “ambientalisti” che purtroppo certe volte sentono il bisogno di propugnare bad science per portare avanti le loro battaglie. Alcuni esempi:

Ogni volta che si fa un pozzo in adriatico si parla di disastro ambientale: fino ad ora se ne sono fatti 1700 circa. E sebbene un disastro ambientale sia sempre possibile, fino ad ora sono stati bravi a non causarne.

Gli air guns sono uno strumento di prospezione sismica usato in tutto il mondo, anche nei paesi piú attenti agli impatti ambientali, come per esempio quelli scandinavi. Il loro uso é monitorato e regolamentato.

Il fracking: il fracking in Italia non é mai stato fatto. E mai si fará. Perché non c’é niente da “frackare”.

I tumori in Basilicata: si’, sono piú alti della media, ma lo sono da prima che si iniziasse a estrarre il petrolio, che quindi in questo caso non c’entra.

5)      E le energie rinnovabili?

Ecco questo é un equivoco che non capisco. Lo sfruttamento degli idrocarburi non preclude in alcun modo lo sviluppo delle rinnovabili. Anche perché non comporta investimenti dello stato, anzi, è un ricavo! Fa da ponte fino a quando le rinnovabili saranno in grado di sopperire al fabbisogno, ma siamo ancora lontani.

E qui mi fermo. Mi rendo conto che sull’argomento sia difficile informarsi, perché molte delle fonti hanno un bias in una direzione o nell’altra, ma una cosa devo dirla ai nostri ambientalisti: ogni volta che dite una balla strumentale alle vostre campagne, perdete credibilitá, squalificate l’ideale ecologista e dunque fate un danno all’ambiente.

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