Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

sabato 27 aprile 2019

Eroismo del runner e gratitudine


Passo davanti alla birreria. Tarda mattinata, già i primi aperitivisti si affacciano nel locale. Già aleggiano dibattiti su juve-inter, inutili quanto divertenti, o discussioni su chi sia il miglior bassista dell’era grunge, tra una IPA e l’altra. Che faccio, entro? Qui si decide l’intero weekend. Birrazza adesso vorrebbe dire niente corsa, forse stasera, ma non so. Domani figurati, c’è pure il Gran Premio.

Passo davanti, saluto, guardo dentro, non vedo conoscenti che potrebbero irretirmi, tiro dritto. Devo correre.

Ecco, l’eroismo era quello lì.

Le mie componenti commentano.

La panza: - meno male dai, che qui si sta già un po' stretti.

La coscienza: - ma che cazzo di eroe saresti? Eri lì dentro dodici ore fa.

E allora si va. Corsa lunga, propiziata da un sole non ancora troppo caldo. Pattuglie dei primi insetti mi scortano per lunghi tratti. Stranamente non ne mangio nessuno. Lungo i fossi, bestiole allarmate dal mio arrivo si gettano in acqua. Sono senza occhiali quindi è solo dalla grandezza dello “splof!” che capisco se si tratta di anatra, batrace, o milò.

Poi vedo una Honda XRD ibrida di traverso sulla riva di un fosso, color grigio topo. Strano però. Mi avvicino, il colore è cangiante. Non ha targa. Arrivo ancora più vicino. E’ coperta di pelo. Ah ok, era solo una nutria. Poi dicono che l’acqua dei fossi è inquinata.

Terdoppio spumeggiante vicino alla cascatella della chiusa. Schiuma vera, di acqua e aria, senza tensioattivi, meno male. La natura è benevola oggi, nei confronti del runner bolso ma determinato.

Si rientra stanchi ma orgogliosi della strada fatta. Ah, già, e la gratitudine? Essa, anzi, la mancanza della stessa, si rivela nella successiva riunione fatta con le varie parti del corpo:

cominciano le anche, che negli anni si sono sindacalizzate, specie quella di destra: - si vabbè ma guarda che non c’è scritto da nessuna parte che io debba fare tutta quella strada di corsa.

I piedi: - ma tu sei scemo, ma sai quanti sassi hai preso? Ma ci vedi?

Muscoli delle gambe: - adesso però per salire le scale ci pensano le braccia ok?

Il collo: - qui tutto bene, basta non girarsi né a destra né a sinistra né in alto né in basso.

Ma ragazzi, io l’ho fatto per voi!

Il cuore, sempre serio: - le faccio presente che io ho una garanzia chilometrica, qui secondo me abbiamo accorciato la durata temporale.

Il gomito sinistro: - vabbè, almeno stavolta non mi sei caduto sopra!

L’ernia del disco: - a posto dai, poi ti spiego bene quando ti siedi in macchina.

E il cervello? – ah, che figata la doccia. And now? Where is my alcohol?

Il mio corpo non mi merita.