Uso questo blog per pensare. Lo uso per arrabbiarmi per le cose non giuste. Lo uso per condividere il mio pensiero con chi voglia farlo. Non ho altro che abbia senso mettere in comune. Gionata

sabato 11 giugno 2016

Brexit, Trump e l’autolesionismo di dire no. Anche alle riforme.

Non credo che quegli inglesi che vogliono uscire dall’Unione Europea ascolteranno i tanti appelli europei e americani a non staccare il Regno Unito dal suo principale partner mondiale, appunto, l’Europa.

Non ascolteranno perchè non si tratta di una scelta lucida, e quindi la razionalità non c’entra.

Il concetto di Europa non scalda i cuori. E’ un “Noi” molto soffuso, che non richiama patriottismi, eroi, martiri, non si presta a retoriche da piazza oggi tanto di moda tra i cosiddetti leaders. L’Europa è un’appartenenza lontana dalla pancia, anche se poi il suo principale effetto è il benessere materiale dei suoi cittadini.  




E quindi, dato che alcuni di questi “leaders”, nel Regno Unito hanno visto un’opportunità per ottenere il potere, si sono lanciati in questo referendum. E’ il momento opportuno per dare alla grigia e burocratica Europa tutte le colpe di quello che non va bene. L’immigrazione, l’Euro, la crisi economica. Poco importa che questi problemi o non sono veri o non sono causati dall’Europa. In questo momento porta voti scagliarsi contri l’Unione Europea e quindi avanti! Non a caso i politicanti che in tutti i paesi “tifano” per la Brexit sono la gente peggiore che abbiamo. Lo dico con tranquillità, qualcuno direbbe con una certa arroganza, che mi viene dall’averli visti in azione per tanto tempo.

Chi vota No all’Europa lo fa per pigrizia mentale, perchè urlare no agli altri permette di sfogare in maniera rapida e sterile il proprio disagio. Un urlo liberatorio, che non guarisce, che serve solo per quell’attimo in cui viene lanciato. Stanno male, quelli che votano no.

Poi c’è il NO! al mondo, lanciato da quelli che voteranno Trump. Molto simile a quello della Brexit, ma ancora più viscerale e antistorico.

E, nel nostro piccolo, abbiamo quelli del NO alle riforme, però qui la cosa è più complicata. C’è il No della destra che è settario ed ideologico, e non c’entra con il merito delle riforme. E’ un No contro il governo. E poi c’è il No della sinistra, quella che in realtà in Parlamento dopo estenuanti negoziazioni ha votato Si, ma adesso ha deciso che non gli basta più. Intravvedono la possibilità di rovesciare l’odiato Renzi, e quindi l’Italia si arrangi, le riforme che restino una discussione da bar come la moviola in campo, come si è sempre fatto.

E’ possibile che tra 8 mesi ci troveremo un’Inghilterra isolata, un’America ancora di più e con un presidente fuori controllo, e un’Italia immutata e bloccata dai veti incrociati. Non un bel mondo.

In tutti i casi, il risultato, se vincessero i No, sarà soprattutto a danno di quelli che l’hanno votato. In Inghilterra l’economia e il sistema democratico peggioreranno, una volta abbandonato il porto franco dell’Europa. In America i poveri, il sottoproletariato bianco, saranno ancora più poveri. In italia la sinistra “pura” sparirà definitivamente dal panorama politico.

Nessun commento:

Posta un commento